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Educare allo sviluppo sostenibile: il DESS

L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha proclamato il DESS-Decennio dell’Educazione allo Sviluppo Sostenibile per il periodo 2005-2014, affidando all’UNESCO il compito di coordinarne e promuoverne le attività. Tale iniziativa trova origine nel Vertice Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile di Johannesburg del 2002.

Finalità del DESS
Sensibilizzare i governi e le società civili di tutto il mondo verso «la necessità di un futuro più equo ed armonioso, rispettoso del prossimo e delle risorse del pianeta, valorizzando il ruolo che in tale percorso è rivestito dall’educazione» da intendersi «in senso ampio, come istruzione, formazione, informazione e sensibilizzazione», declinabile quindi non solo in educazione scolastica ma anche in campagne informative, formazione professionale, attività del tempo libero, messaggi dei media e del mondo artistico e culturale.
Cosa intende per cultura della sostenibilità?
«Una cultura basata su una prospettiva di sviluppo durevole di cui possano beneficiare tutte le popolazioni del pianeta, presenti e future, e in cui le tutele di natura sociale, quali la lotta alla povertà, i diritti umani, la salute vanno ad integrarsi con le esigenze di conservazione delle risorse naturali e degli ecosistemi trovando sostegno reciproco.»
L’importanza dell’educazione
Si caratterizza per i seguenti elementi:

  • interdisciplinarità cioè inserimento nell’intero programma didattico;
  • acquisizione di valori alla base dello sviluppo sostenibile;
  • sviluppo del pensiero critico e ricerca della risoluzione dei problemi coadiuvando la formazione di un individuo consapevole ed in grado di rispondere, con strumenti concreti, alle sfide ed ai problemi posti dallo sviluppo sostenibile;
  • molteplicità di metodologie didattiche che siano il più possibile innovative, stimolanti, interattive: esperienze pratiche, attività all’aria aperta, giochi, utilizzo di materiali multimediali, artistici, quali strumenti di supporto per un’educazione di qualità;
  • decisioni condivise e partecipate stimolando la partecipazione attiva dei discenti nella pratica e nella programmazione dell’apprendimento;
  • importanza del contesto locale con riferimento alle problematiche locali, inserite in un contesto globale.